8 agosto 2024

Il Prosecco: quello che non sapevi

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I vini Tenuta San Giorgio sono vari e diversi, ma il nostro cuore batte sempre per il Prosecco.

E’ quindi giunto il momento di dedicargli l’attenzione che merita con un articolo di approfondimento.

Nei prossimi paragrafi troverai tante curiosità sul vitigno di origine, sul metodo di produzione, sulle classificazioni e sul suo successo a livello mondiale.

Il nostro prodotto per eccellenza, il vessillo del nostro territorio, raccontato da noi.

Buona lettura!

Iniziamo dalle basi.

Lo sai come si chiama l’uva del Prosecco?

Glera.

Quindi no, “Prosecco” non è (attualmente) il nome di un vitigno, bensì di una cittadina in Friuli-Venezia Giulia nelle vicinanze di Trieste; qui forse si sono trovate per la prima volta tracce del vitigno stesso, che una volta si chiamava per l’appunto “Prosecco”.

Una curiosità: la glera è la varietà più diffusa in Veneto, con quasi 25.000 ettari di superficie vitata.

Tipologie

La glera è un’uva particolarmente adatta alla spumantizzazione e dona vini freschi, profumati e di pronta beva. È una varietà “semi-aromatica” e infatti i prodotti che ne scaturiscono hanno generalmente profumi intesi. Tipici del Prosecco sono i sentori di frutta a polpa bianca come mela e pera, fiori bianchi e in alcuni casi note più agrumate o esotiche.

Probabilmente assocerai il Prosecco alle bollicine, ma ti sorprenderà sapere che ne esiste anche una versione “tranquilla”. Non manca all’appello il Prosecco frizzante, come il nostro Solletico: una via intermedia tra lo spumante e il fermo.

All’interno della denominazione Prosecco Doc -vedi sotto l’approfondimento sulle denominazioni- è ammesso anche il Prosecco Rosé. Si tratta di un vino spumante dal colore rosato, ottenuto da uve Glera con una percentuale di Pinot nero che varia tra il 10 e il 15%.

Anche nelle versioni in bianco è ammesso l’utilizzo di altri vitigni, indicati dal Disciplinare di Produzione, ma solo fino a un massimo del 15%.

Le denominazioni del Prosecco

Esploriamo ora le denominazioni, addentrandoci in quella che è la territorialità del Prosecco.

Innanzitutto, ricordiamo che si tratta di un vino a denominazione protetta, le cui categorie sono DOC (denominazione di origine controllata) e DOCG (denominazione di origine controllata e garantita). Questo significa che può essere prodotto solo in una determinata area; più ampia nel caso della DOC, più ristretta nel caso della DOCG.

Il Prosecco Doc in particolare può essere prodotto in Veneto (province di Belluno, Padova, Pordenone, Treviso, Venezia, Vicenza) e Friuli  (Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste); il Prosecco DOCG invece solamente nella zona pedemontana trevigiana, nello specifico nelle aree Conegliano-Valdobbiadene e Asolo e in alcuni comuni limitrofi.

Metodo produzione del Prosecco spumante (e frizzante)

Il processo di produzione del Prosecco è conosciuto come metodo Martinotti-Charmat, dai due tecnici che lo hanno inventato.

Come funziona?

La vinificazione inizia dalla fermentazione alcolica del mosto, come avviene per qualsiasi vino. Durante questo processo, gli zuccheri presenti naturalmente nell’uva vengono trasformati in alcol etilico; questo grazie all’azione di lieviti selezionati.

Ciò che si ottiene in prima battuta è un vino fermo; infatti è dalla seconda fermentazione, o presa di spuma, che scaturiscono le bollicine.

La seconda fermentazione prevede l’aggiunta di zuccheri e lieviti al cosiddetto “vino base”, e il processo continua fino quando i lieviti non abbiano trasformato tutti gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. È proprio in questa fase che accade la magia: dal momento che la fermentazione avviene in recipienti chiusi e sotto pressione – detti autoclavi- l’anidride si disperde nel liquido, creando tutte quelle meravigliose bollicine.

Questa è la a caratteristica principale del metodo Martinotti-Charmat, cioè il fatto che la rifermentazione avvenga in autoclave; e qui sta la differenza con il famoso Metodo Classico -quello di produzione dello Champagne- nel quale la rifermentazione avviene in bottiglia.

Zuccheri

Nella nostra esplorazione del metodo di produzione abbiamo nominato gli zuccheri.

In base alla quantità presente nel liquido, si distinguono diverse tipologie di spumante.

Diciamo “spumante” e non “Prosecco” perché questa classificazione è valida per tutte le tipologie di spumante, anche quelli prodotti secondo i dettami del Metodo Classico.

Il valore è solitamente espresso in grammi/litro. Riportiamo nella seguente tabella i valori del residuo zuccherino.

CategoriaResiduo zuccherino g/l
Pas dosé o Brut nature< 3
Extra Brut0-6
Brut6-12
Extra Dry12-17
Dry, Sec17-32
Demi-sec, abboccato32-50
Dolce, doux>50

In realtà il Disciplinare di Produzione del Prosecco non ammette la tipologia “dolce”, ma l’abbiamo riportata per completezza.

Non farti ingannare!

Se mastichi un po’ di inglese, ti facciamo notare quanto segue: “dry”, che in inglese significa “secco”, non rappresenta affatto uno spumante secco! Al contrario, è una versione quasi più tendente a note dolci. Il mondo degli spumanti secchi è generalmente identificato con il brut e dosaggi minori; curioso, ma è proprio così!

Un altro punto sul quale facciamo una precisazione: in alcuni casi troverai il brut indicato con un livello di zuccheri “<12”, quindi potenzialmente tutto ciò che è compreso tra 0 e 12 grammi per litro; nella realtà dei fatti è difficile che uno spumante a 3 g/l sia classificato come brut; quindi ti consigliamo di prendere a riferimento questa scala.

Come anticipato, questa classificazione è valida per gli spumanti. Questo non significa che il Prosecco fermo o frizzante non possa avere dei gradi zuccherini diversi, ma semplicemente non verrà identificato all’interno di una delle categorie sopra.

Il mondo ama il Prosecco

Il fenomeno Prosecco è un trend in crescita ormai da qualche anno, con consumi sia nel mercato domestico che export. In particolare i Paesi esteri, con USA, UK e Germania in testa, sono dei veri amanti della famosa bollicina italiana; l’export supera infatti l’80% della produzione, con punte che in alcuni anni sfiorano il 90%.

E quando parliamo di produzione, i numeri sono da capogiro: oltre 600 milioni di bottiglie prodotte nel 2023, valore crescente di anno in anno da diverso tempo.

Non possiamo che augurarci che il nostro amato Prosecco continui a brillare e a portare un po’ della nostra terra e dell’expertise italiano nel mondo.

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